“Sanatoria ad personam per l’esame di francese non più valido”, in #ConsVda scoppia il caso Machet

Donzel ha ricordato come anche il ruolo di Consigliera di parità richieda la conoscenza della lingua francese, sollevando quindi dubbi sulla validità della nomina avvenuta nell'aprile scorso.
Cristina Machet - Torgnon
Politica

Un titolo di piena conoscenza della lingua francese non più valido che viene però dichiarato tale da un dirigente scolastico, permettendo quindi all’insegnante di continuare a lavorare e sul quale interviene successivamente una sanatoria da parte della Sovrintendente agli studi. In Consiglio regionale scoppia il caso Cristina Machet, sindaco di Torgnon nonché Consigliera regionale di Parità. 

A sollevare la questione è Raimondo Donzel. "Il 23 gennaio 2014 con una disposizione ad personam, la Sovraintendente agli studi ha introdotto la possibilità di convalidare, a sanatoria, l’esame di francese di Machet – ha spiegato il consigliere del Pd-Sinistra Vda –  il cui titolo di piena conoscenza della lingua francese era scaduto, in quanto è la stessa normativa a sancire che tale provvedimento non ha durata illimitata. Eppure giustamente non è stata consentita alcuna sanatoria per quanto attiene ai titoli necessari per accedere alla graduatoria del personale docente, nonostante la buona fede di alcuni insegnanti che avevano dichiarato il possesso di titoli validi, ma resi incompleti da norme legislative nazionali non coordinate con i titoli rilasciati dalle Università. Persone sono state immediatamente licenziate in tronco e depennate da ogni graduatoria regionale."

Donzel ha poi ricordato come anche il ruolo di Consigliera di parità richieda la conoscenza della lingua francese, sollevando quindi dubbi sulla validità della nomina avvenuta nell’aprile scorso. 

"Stiamo conducendo profondi approfondimenti su quest’atto" ha annunciato l’Assessore all’Istruzione, Emily Rini, che ha chiesto quindi di rinviare la risposta puntuale a indagini concluse.

Disponibilità accolta con favore da Donzel. "La politica non si può fare complice di un atto dirigenziale sbagliato. Quest’atto grida vendetta e va corretto. Non chiedo la testa di nessuno ma mi aspetto chiarezza perché le regole sono uguali per tutti". 

Chiarimenti che verranno chiesti anche dai sindacati, come annuncia su Facebook Katya Foletto della Cgil. "Chiederemo come sindacato spiegazioni formali. Affinché non ci siano davvero 2 pesi e 2 misure".

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