Caveri rientra in Rai e guida la struttura programmi. Solo l’Italia dei Valori si dice preoccupata

Il doppio ruolo di Caveri non solleva polemiche. Unica nota di preoccupazione arriva da L’Italia dei Valori. Caveri assicura “massimo pluralismo, non andrò in video né condurrò trasmissioni” e aggiunge “ritengo di dover essere giudicato sui fatti”.
Luciano Caveri
Società
L’ex presidente della Regione, ex assessore, ex parlamentare, ex europarlamentare e attuale consigliere regionale dell’Union Valdotaine, Luciano Caveri, dal 1° marzo è rientrato in RAI come capo della struttura programmi della sede valdostana. Lo stesso Caveri ha mantenuto il riserbo sul nuovo incarico fino all’ultimo minuto: “l'ho fatto per correttezza. Dopo 22 anni di aspettativa dalla Rai torno in azienda, dove entrai poco più che ventenne nel 1980 e che lasciai nel 1987, mettendomi in aspettativa per mandato politico” spiega Caveri sul suo blog www.caveri.itLa scelta è dovuta al fatto che il professionismo politico non è giustificato dal ruolo di consigliere regionale semplice che attualmente ricopro ed è resa possibile dal cambio di status giuridico della Rai”. “Come sempre avviene – commenta ancora –  questa decisione sarà variamente commentata: io garantisco serietà sia nel lavoro che nel mandato elettivo, avendo la contezza di come tener separati i ruoli”. I commenti tuttavia non sono arrivati dal mondo politico, tranne che per una nota a firma del coordinatore regionale dell'Italia dei Valori – Valle d'Aosta, Marco Belardi, che esprime, tra l’altro, preoccupazione per la nomina di Caveri “che mantiene la carica di consigliere regionale” unitamente ad “una fondamentale carica decisionale della Rai in Valle d'Aosta”. La paura del coordinatore de L’Italia dei Valori rispetto all’informazione è più generale “Noi riteniamo che l'informazione debba essere un'espressione di libero e intangibile pensiero e che questa subisca già troppi condizionamenti indiretti”.

Il mondo della politica, a parte la nota de L’Italia dei Valori, non si è espresso e non ha fatto considerazioni sulla scelta di Caveri. Una scelta che rimane personale e che non ha dato, dunque, adito a polemiche particolari come si aspettava lo stesso interessato. Dal canto suo Luciano Caveri ha le spalle coperte poiché, come già riportato sulle pagine de “La Stampa” nei giorni scorsi, il doppio incarico, capo struttura e consigliere regionale, non è incompatibile secondo azienda e dipendente. E l’aspettativa non è più obbligatoria.

 
Caveri rientra in Rai a distanza di 22 anni non più nelle vesti di redattore ordinario ma di caposervizio “Quando ho fatto domanda di rientro in RAI – commenta Caveri – l’azienda non mi ha dato altre scelte, e questa ho accettato. Credo comunque che nessuno possa negarmi competenze nel settore e mai nessuno in passato, quando ero in Azienda, ha avuto nulla da recriminare sulla deontologia professionale che ho dimostrato”. Caveri non si lancia in dichiarazioni ma evidenzia “ritengo di dover essere giudicato sui fatti”. Rispetto all’operato del nuovo capo struttura bisognerà attendere l’estate per vedere, se ci sarà, quale nuova direzione e quali nuove attenzioni toccheranno la programmazione “Il palinsesto dei prossimi mesi è già definito – spiega Caveri – ma garantisco fin da ora massimo pluralismo e comunque non andrò in video né condurrò tanto meno trasmissioni”. E rispetto alle polemiche sul francese del passato precisa “Le inadempienze cui ho fatto riferimento in passato riguardano la redazione giornalistica e non la convenzione in corso sulle quote del francese nelle trasmissioni che è sempre stata rispettata”.

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